
Che cosa rimane del pensiero di Gandhi
Il 28 maggio 2012, presso l’aula magna dell’università di macerata, partecipai ad un incontro con Tara Gandhi Bhattacharjee nipote del Mahatma, attualmente presidente della Kasturba Gandhi National Memorial Trust, fondato nel 1945 da Mahatma Gandhi intitolato a sua moglie kasturba, considerata da Gandhi il simbolo della madre e di tutte le donne dell’india. Tara Gandhi ha diffuso attivamente, durante tutta la sua vita, gli insegnamenti del nonno paterno, il Mahatma Gandhi, apostolo della nonviolenza, promuovendo nel mondo la pace, i diritti umani e la fratellanza fra tutti i popoli. Nell’occasione ho raccolto alcuni appunti che oggi voglio condividere con voi, per non dimenticare la visione di Gandhi ancora oggi e per sempre attuale e vitale. Che cosa rimane oggi del pensiero di Gandhi, in un mondo in cui il senso di umanità e del rispetto reciproco sembrano essere travolto, da un un subbuglio interiore che si manifesta in conflitti armati, e sottili guerre economiche. Non c’è un tempo di Gandhi, ogni periodo storico ha vissuto la sua crisi, l’Italia è un paese dove c’è cuore. Gandhi era un grande psicologo, attraverso la sua filosofia di vita ha attratto intorno a sé molte persone affinché lo aiutassero a costruire una nuova visione sociale utilizzando strumenti non violenti. In india prima della morte di Gandhi c’era democrazia, l’indipendenza politica dall’Inghilterra era stata dichiarata 4 anni prima, si potevano guardare le stelle, il cielo era pulito, ora non è più possibile per l’inquinamento. Prima le porte delle case erano sempre aperte, ora non c’è più fiducia negli altri. L’India vive un periodo di sviluppo, ma che cos’è lo sviluppo, che valore ha la ricchezza se viviamo nella paura, in India come in tanti paesi del mondo del mondo c’è povertà economica e spirituale, si continua ancora a morire ancora di fame, eppure ci sono persone che abbondano nella ricchezza. L’India è un paese talmente popolato che se aiuti 100 persone c’è ne sono altre migliaia in attesa. Dopo Gandhi la vita in India è peggiorata, e forse anche il mondo a perso un fondamento, dimenticando il messaggio e la sua visione della vita rivolta all’umanità intera. Egli iniziò ad osservare la società in un periodo della sua vita in cui visse n Suda Africa, scriveva ogni giorno annotando sul suo diario le proprie esperienze e riflessioni, il suo linguaggio non era rivolto soltanto all’India ma ad ogni cultura del mondo. Gandhi ha interpretato i concetti astratti della non violenza applicandoli nella sua vita, sperimentava ogni aspetto, come e cosa mangiare, come vestire, anche in relazione a chi non aveva né cibo né vestiario, ricercava la spiritualità nella sua mente, nel cuore ed in ogni aspetto della vita. I colonizzatori inglesi producevano le stoffe rivendendole in India, distruggendo in tal modo l’economia tessile dell’India. L’arcolaio era il telaio con il quale nei villaggi rurali si guadavano un po’ di pane e del vestiario. Gandhi tesseva nei momento di meditazione, preghiera e digiuni, egli riportò in auge l’arcolaio ed il mondo tessile dell’India, l’arcolaio divenne il simbolo della libertà, fu la bomba atomica della non violenza che cambiò la visione del mondo. Gandhi invitò gli indiani a non compare i tessuti inglesi, egli disse: “andate nelle vostre case, assicuratevi di aver chiuso i rubinetti dell’acqua, poi iniziate a filare un po’ di cotone mentre parlate, insieme uomini e donne”. Nel giro di poco tempo l’industria tessile inglese fu messa in ginocchio, gli indiani si costruivano da soli gli indumenti. Gandhi aveva un grande senso di umorismo, egli ispirava amore e nessun senso di timore, ogni persona che si avvicinava a lui trovava qualcosa di sé stesso in lui, Gandhi era come uno specchio di acqua cristallino in cui ognuno poteva vedere la sua immagine. Non giudicava mai, non criticava nessuno, ma poteva vedere che cosa c’era dietro alle persone, i pensieri negativi possono inquinare anche lo spazio, un nemico che gli si avvicinava usciva come un amico, l’arcolaio la forza della libertà. Gandhi si era sposato con sua moglie, Kasturba all’età di 13 anni ed aveva avuto quattro figli prima di fare un voto di celibato, non mandò mai i suoi figli a scuola né all’università. Kasturba divenne ben presto il simbolo delle donne dell’India, la madre era considerata da Gandhi la più grande forza della creazione, morì nel 1944 al Palazzo Aga Khan nella città indiana di Pune, dove venne imprigionata con Gandhi nel 1942, per aver partecipato al movimento iniziato dal marito. Gandhi affermò che ogni crescita e maturazione è dentro ognuno di noi, ogni religione è una forza presente dentro di noi, egli non vedeva nessuna divisione religiosa. In India ogni credo e forma religiosa, l’induismo e le molteplici diramazioni, l’islam, convivevano pacificamente con naturalezza, ognuno rispettava il culto dell’altro in modo del senza prevaricazione alcuna. Dopo Gandhi l’equilibrio si ruppe, iniziarono le divisioni, l’odio tra le religione. Il terrorista non è islamico, è un terrorista. Le caste sono un sistema sociale, ma non è parte dell’induismo.