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Tu apprendi ma io non insegno.
Stefano Sattwa Pagnanelli Anam

Il maestro che cammino all’ombra del tempio,tra i discepoli, non da la sua scienza, ma il suo amore e la sua fede. Gibran attraverso il profeta descrive le qualità del maestro, la sua essenza, egli  non siede in cattedra, non è neanche sul trono, non  è qualcuno da adorare, non è separato da te ma accanto a te, al tuo fianco, fa i tuoi stessi passi, si muove in modo discreto, impalpabile, quasi assente nell’ombra, si muove dentro di te, nella tua interiorità illuminando le profondità del tuo essere. Un maestro non è l’insegnante delle nozioni, non parla alla tua ragione limitata, alla conoscenza esteriore, ma parla alla tua interiorità, all’essenza più profonda, alla tua anima, alle fonti della conoscenza.

Quando la conoscenza arriva confezionata in un pacchetto di idee, ha perso tutta la sua forza, l’acqua della conoscenza non è più limpida, né integra, ha già attraverso molte menti, ha perso la sua innocenza, è stata interpretata e tradotti in centinaia di lingue, è stata  inquinata, quello che ti arriva è un prodotto edulcorato, un surrogato, non ha nessun potere nutritivo, non ha nulla a che fare con la conoscenza reale.

Il maestro che cammina all’ombra del tempio, ma il tempio non è un luogo fisico, non è fatto di mura, non ci sono pareti,è soltanto una metafora, una immagine simbolica che Gibran usa per farti capire, il tempio è dentro di te, il tempio sei tu, il maestro non parte dalle nozioni, non gli interessano, egli ti accompagna alle origini del sapere, ti accompagna in un peregrinare in quanto lui stesso è curioso ed intraprendente, ed egli lo ha percorso per così tante volte, ma ogni volta che riprende il cammino, il viaggio e la meta sono completamenti nuovi.

Il maestro ti accompagna con sentimento, quando il cammino si fa difficile, nell’attraversare vette e dirupi, nei momenti di maggiore stanchezza egli ti appoggia la sua mano sulla tua spalla e ti sussurra in un orecchio, coraggio insieme c’è la possiamo fare. Poi arriva la pianura, il tepore del sole, l’acqua che scorre ed allora si fa festa, si danza insieme e si canta.

Forse tu vorresti che Il maestro ti semplificasse il cammino e fosse lui ad intraprendere il viaggio per te e ti consegnasse la verità e la comprensione servita su un piatto di argento. Ma nessuno oltre a te può farlo, egli è soltanto uno specchio che riflette la tua immagine, tu non riesci a vederla perché lo specchio ha accumulato così tanta polvere nel tempo, vita dopo vita, che ora è una fatica rimuoverla, strato dopo strato puoi vedere la tua immagine riflessa distorta, la cosa non ti piace ed allora vai dal maestro e gli dici che l’ insegnamento non è corretto, la trasmissione del sapere è imperfetta, e lui è un oracolo imperfetto, tenti di afferrarlo ma lui è impalpabile, fa un passo indietro e di lato e tu procedi nel tuo percorso fino a cadere nel vuoto dei tuoi pensieri, dei tuoi pregiudizi, di tutto le errate conoscenze che hai accumulato, ora tutta la polvere si è dissolta e vedi con chiarezza la tua immagine splendente allo specchio, la metà è raggiunta.

Si racconta una storia, deve essere una storia vita, capitata in circostanze diverse a molte persone. Un giorno, mentre camminava attraverso la foresta, un uomo incontrò una feroce tigre. Si diede immediatamente alla fuga per salvare la propria vita e la tigre lo inseguì. L’uomo arrivò al bordo di un dirupo e la tigre lo stava per raggiungere. E allora ..allora Non avendo scelta, si arrampicò giù per il precipizio, tenendosi con entrambe le mani ad una pianta di vite. Appeso sul dirupo, l’uomo vide sopra di sé la tigre. Guardò verso il basso e vide un’altra tigre, che ruggendo attendeva la sua discesa. Due topi, un bianco ed un nero, apparvero sulla vite a cui si aggrappava e cominciarono a rosicchiare la pianta. E allora allora …vide una fragola che cresceva sul dirupo, non lontano da lui. Era rossa e matura, bellissima. Tenendosi alla vite con una mano e raggiungendo la fragola con l’altra, la colse. Con una tigre sopra, un’altra sotto e due topi che continuavano a rosicchiare la vite, l’uomo assaggiò la fragola era buonissima.

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