
LA NASCITA DI UN MAESTRO
“Quando un maestro se ne va, per continuare il suo viaggio nell’esistenza, quando una persona a noi cara se né va, lascia dietro di se una scia che continua a vivere nel nostro cuore”.
Venerdì 18 Giugno 2021 è stato celebrato il tributo a Tony La Torre, un insegnante di yoga che recentemente ha lasciato il corpo, ed abbiamo voluto ricordare, insieme a tanti allievi e persone che lo hanno conosciuto ed incontrato ed hanno lasciato alcune testimonianze sulla vita e sui suoi insegnamenti. Ho incontrato Tony tanti, molti anni anni fa, quando ero un giovane insegnante, con l’aspirazione di trasmettere l’esperienza dello yoga, che prosegue tuttora, ma con un senso diverso da allora. Nel corso degli anni, abbiamo mantenuto sempre un contatto ed una connessione sottile, pur seguendo strade diverse, Devo a Tony l’avermi iniziato alla conoscenza dell’Advaita Vedanta, un sentiero che è stato da sempre presente nella mia vita. Nel corso degli anni Tony aveva ridotto il senso di identità con l’ego, ricordo la sua auto piena di materiale alimentare, che raccoglieva nei supermercati, per donarli alle persone ed alle famiglie più povere e bisognose, aveva assunto le vesti del Sadhu, i ricercatori e gli yogi erranti dell’india. Alcune volte accettò l’invito di venire ad alcuni incontri che organizzavo nella scuola di yoga surya om candra che avevo fondato molti anni prima a Macerata, un volta venne ad un seminario sul pranayama insieme alla cara Francesca, la quale mi riferì che Tony le aveva sussurrato in un orecchio: “Stefano è divenuto un vero maestro”, non utilizzai questa affermazione come un autocelebrazione, ciò avrebbe nutrito il mio ego, ma più realmente la interpretai come un dono sincero di un amico, un gesto di grande umiltà, Tony, aveva invertito i ruoli, lui che era stato uno dei miei insegnanti, si era fatto allievo. In un’altra occasione venne alla celebrazione dello “yoga del cuore”, in concomitanza delle feste natalizie accompagnato da Rolando, lo invitai a sedere accanto a me ed a lasciare un messaggio difronte agli allievi presenti, ma rimase in silenzio, era già allora in evidente difficoltà fisica, che non nascose anche difronte a tante persone, mi venne il dubbio che l’avessi messo in difficoltà, ma sentì che non fu così, non era assolutamente a disagio, il suo spirito superava i limiti fisici. Tanti segni che mi portarono a considerare che Tony non era un insegnante, ma un maestro, era oltre il limitato senso dell’ego, aveva varcato i confini dell’identità individuale. Potrebbe passarci accanto per strada un Gesù, un Buddha, Ramana Maharishi, un Lao Zu, che magari preghiamo o auspichiamo di incontrare, eppure non li riconosciamo, il loro passo è così sottile ed etereo, una sottile brezza che nel troppo pieno della nostra mente non riusciamo a cogliere. A volte andiamo così lontano nella ricerca di un maestro, della verità, attraversiamo ogni luogo della terra, dalle cime dei monti alle vaste distese, delusi il ritorno a casa senza aver trovato quello che cercavamo, l’unico posto dove ci siamo dimenticati di cercare è quello più vicino a noi, dentro di noi. Il nostro ultimo incontro con Tony, risale a qualche anno fa, al mare di Porto Recanati, su una spiaggia poco frequenta difronte ad un grande capannone industriale abbandonato, Tony è disteso prono, con le braccia aperte in un abbraccio alla terra, non vedendolo muoversi lo chiamo “Tony Tony” lui si alza e con un sorriso felice nel vedermi: “Stefano”, mi viene incontro in un abbraccio. Ci prendiamo sotto braccio e camminiamo lungo la riva del mare e ricordiamo insieme i grandi maestri dell’avaita che tanti anni prima avevano ispirato il nostro cammino, Rama Maharishi, Nisargadatta Maharaj, Krishnamurti, Raphael. Ci sediamo per una breve meditazione, poi il saluto, sta arrivando un altra persona che lo vuole incontrare. E’ stato l’ultimo contatto fisico che ho avuto con Tony, poi più nulla, pochi mesi fa chiedo notizie a Rolando, il mio contatto più vicino con Tony, gli chiedo notizie, ma anche lui sembra non sapere nulla, mi dice che dalle ultime voci Tony era molto malato. Inizio un giro di telefonate al suo numero di cellulare e a casa, il telefono squilla ma nonostante la mia insistenza nessuno ha mai risposto, Invio un messaggio nell’etere, nel quale affermo che Tony è stato un punto di riferimento per tante persone e che vorrei avere notizie, nella speranza che forse Tony o qualcuno per lui lo possa ricevere, ma come spesso è accade nella vita, si è in ritardo, Tony lascia il corpo, per continuare il suo viaggio in un nuovo inizio, ma era pronto, il suo tempo era maturo e sono certo che il momento era favorevole, la porta per lui si era aperta all’accoglienza. Quando un maestro se ne va, per continuare il suo viaggio nell’esistenza, quando una persona a noi cara se né va, lascia dietro di se una scia che continua a vivere nel nostro cuore.
La foto ritrae Tony La Torre con Padre Antony.
Om Namah Shivah
Stefano