magritte

SPECCHIO  DEL REAME 
Quello che vedo non sei tu, è la tua immagine, un copia incolla di te.  Per quanto una  foto sia il tentativo di  rappresentare la realtà, catturare l’immensità  di uno scenario, in realtà è solo un piccolo frammento di spazio e di tempo racchiuso in un clic. La realtà virtuale prescinde dalla presenza fisica, ciò significa che tu ci sei ma non ci sei, anche il sogno è una dimensione virtuale, dimensioni  mentali come l’immaginazione, l’ideazione, il pensiero, sono processi virtuali, in cui la materializzazione di un idea appare ad un livello potenziale. Dunque viviamo simultaneamente due realtà, quella comunemente definita”reale” e l’altra”virtuale”, nell’attuale modello sociale la dimensione virtuale ha assunto un ruolo comunicativo e relazione  rilevante, i social media né sono un’espressione evidente che al momento sto utilizzando e dal quale ti scrivo. Ma se la nostra comunicazione si limitasse solo a questo sarebbe incompleta, mancherebbe dell’incontro e di tutto ciò che in esso è contenuto, incluso  il momento del saluto e dell’assenza, mancherebbe lo spazio di vita e del tempo presente.  Ma lo spazio ed il tempo possono essere anche lasciati libere di esistere semplicemente,  per quello che sono, senza necessariamente riempirli di qualcosa, di immagini o parole, è la dimensione della “assenza” senza la quale ogni  presenza non sarebbe possibile, anche la nostra manifestazione al mondo. Stefano Sattwa Pagnanelli

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